Inflazione in Turchia all’83%

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Anche se l’inflazione in Turchia ha toccato l’83%, la banca centrale ha deciso di tagliare ulteriormente i tassi di interesse. Si tratta del terzo mese consecutivo in cui accade e si tratta dell’intervento più importante che si è compiuto quest’anno. Sebbene le famiglie turche si trovano a far fronte a una difficile situazione a causa dell’aumento del costo della vita, le decisioni del presidente Erdogan, dal punto di vista economico, non stanno facendo alcun passo indietro. In tutto il Paese il prezzo dei beni è aumentato a dismisura. Anche se, delle 84 milioni di persone presenti in Turchia, molte hanno dichiarato che i beni di prima necessità, durante l’ultimo anno, sono quasi triplicati.

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Inflazione in Turchia e tassi d’interesse elevati

La banca centrale del Paese di Erdogan ha deciso di ridurre di 150 punti base i tassi di interesse di riferimento. Nel terzo mese consecutivo di tagli si è passato dal 12% al 10%. Nel frattempo si registra un aumento dell’inflazione in Turchia maggiore all’83%. Risulta essere fondamentale che le finanze siano favorevoli. Così si potrà preservare la volontà di crescere nel settore industriale e, allo stesso tempo, mantenere il trend della disoccupazione in positivo. Soprattutto in un momento come quello attuale, segnato dalle incertezze inerenti alla crescita globale e tutti i rischi a livello geopolitico.

Secondo la dichiarazione della banca centrale turca, questa avrebbe anche compiuto una manovra simile nel mese di novembre. L’obiettivo della Turchia è infatti quello di aumentare sia la crescita che la concorrenza. Stando al punto di vista di Erdogan, aumentare i tassi di interesse significa aumentare l’inflazione, e non il contrario. Al momento la sua politica non ha fatto altro che suscitare critiche da parte degli economisti. Tutto ciò va a indebolire la lira che, solamente quest’anno, ha diminuito il suo valore di circa il 28% rispetto al dollaro. A seguito della notizia del dollaro a 18,59, la valuta turca è restata, all’incirca, piatta. Solamente negli ultimi 12 mesi è scesa del 50% rispetto al biglietto verde. E, se la Turchia si era rialzata nel mese di agosto grazie alle entrate del settore turistico, il disavanzo delle partite attuali restano di 3,1 miliardi di dollari.

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Inflazione in Turchia: obiettivo ri-elezione di Erdogan

Al fine di rafforzale la valuta turca, il governo si è cimentato nel perseguire diverse strategie alternative. Tra queste ci sono anche i programmi destinati a sostenere i depositi in lire all’interno degli istituti bancari. Si sono così venduti i dollari al posto della lira, in modo tale da ridurre le riserve turche di valuta estera. In cambio si sono ottenuti, da parte di stati del Golfo, assistenza e investimenti. Il fine era quello di avere un intervento valutario da parte della Turchia. Bisogna anche tenere presente il fatto che la Turchia è rimasta in buoni rapporti con Mosca. Di conseguenza miliardari e milionari provenienti dalla Russia, per eludere le sanzioni occidentali, si sono trasferiti nel Paese di Erdogan. Le sue politiche, che vertono in favore della crescita economica, potrebbero favorirlo nelle prossime elezioni che, ufficialmente, sono a luglio del 2023.

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