Non sempre è possibile licenziare un lavoratore invalido. Come si sa, quando un’azienda e la persona assunta stipulano un contratto di lavoro, il nuovo dipendente si dà l’obbligo a svolgere tutte le mansioni per cui è stato scelto. Questo gli permette di raggiungere lo stipendio e avere una copertura contributiva durante tutto l’arco del rapporto lavorativo. Potrebbe però accadere che le condizioni di salute di un dipendente non restino sempre le stesse. Può accadere che un lavoratore non possa più svolgere le attività per cui ha il contratto. E questo perché le condizioni, sia psichiche che fisiche, potrebbero diventare incompatibili per le mansioni richieste. Esiste però anche il caso di persone che hanno già un grado di disabilità dal momento in cui sono state assunte. Il motivo dell’assunzione potrebbe essere legata alla legge, che agevola l’ingresso nel mondo del lavoro ai disabili e ai soggetti svantaggiati.
È il collocamento mirato, e si tratta di obblighi che hanno le aziende di assumere persone che hanno un certo grado di invalidità. Si rispetta così la quota di riserva disabili. Quindi, se si tiene conto del numero complessivo dei dipendenti, una percentuale deve essere costituita da categorie di soggetti che rischiano l’esclusione dal mondo lavorativo e persone con forme di invalidità.
Licenziare un lavoratore invalido: quando è possibile
Un lavoratore invalido segue altre regole per quanto riguarda il licenziamento. In generale, è sempre possibile recidere il contratto di lavoro allo stesso modo con cui avviene con gli altri dipendenti. La legge. Sotto questo punto di vista, non ha in previsione alcun tipo di divieto. Questo coincide infatti con il principio di uguaglianza. Bisogna però dire anche che la condizione psico-fisica del lavoratore dipendente disabile ha bisogna di particolare tutela. Se capita che un lavoratore è diventato disabile durante la carriera, allora bisogna fare i dovuti controlli. In più, il lavoratore può anche cambiare mansione all’interno dell’azienda a seconda delle sue capacità attuali. Se questo non accade, il licenziamento si considera illegittimo e si potrà contestarlo in seduta di tribunale. Così, se un’impresa ha un lavoratore con un’invalidità che si presenta nel corso del tempo e che non gli permettere di svolgere la mansione precedente, non si può licenziare.
Licenziare un lavoratore invalido: diritto al ripescaggio e invalidità parziale
La Cassazione ha precisato più volte, durante le sue sentenze, che il dipendente può essere licenziato solamente se la malattia non gli consente di svolgere alcun tipo di mansione alternativa alla sua originaria. Se l’invalidità è parziale, allora il lavoratore può svolgere una serie di mansioni diverse. Il datore dovrà dunque constatare che il soggetto possa svolgere altre attività e che non abbia un lavoro incompatibile con il suo stato di salute, mentale o fisica che sia. Questo deve avvenire prima di licenziarlo. Come seconda cosa, se il lavoratore non può svolgere altre mansioni, è necessario valutare il modo in cui inserirlo in un nuovo ruolo. O, in alternativa, a delle mansioni equivalenti, magari anche di categoria inferiore. Devono però essere compatibili con lo stato di salute. Ad esempio, se un lavoratore è addetto al carico e scarico di merci, se sopraggiunge una condizione di invalidità il datore di lavoro deve pensare ad altre mansioni alternative. Per esempio, potrebbe svolgere attività amministrative o di segreteria.