Bonafede ha spiegato in diretta Facebook perché si è bloccata la riforma della Giustizia dopo che Salvini l’ha definita: “Acqua”.
Il Ministro della Giustizia M5S Alfonso Bonafede ha spiegato in diretta sulla sua pagina Facebook perché ieri si è bloccata la riforma della Giustizia. In più, il Ministro ha voluto rispondere a Matteo Salvini, che ha dichiarato proprio ieri che la riforma pensata dai 5 Stelle fosse acqua.
Secondo Bonafede, non ci sono reali problemi per cui la riforma non è andata in porto.
Semplicemente, mentre si parlava di come farla, dalla Lega ci si è focalizzati di più sulla separazione delle carriere tra magistrato e pubblico ministero e su un relativo doppio Consiglio Superiore della Magistratura.
I 5 Stelle non ci stanno, preferendo un limite sui tempi dei processi, dove è il giudice a rispondere se non si fanno dei processi o se si fanno in tempi troppo lunghi. Il tetto sarà valido anche per le indagini preliminari.
In più, è stata approvata la parte sulla riforma del processo civile. Per Bonafede, la riforma prevede che, se un giudice su 3 cambia, gli altri 2 non devono rifare tutto da capo e risentire tutti i testimoni, ma possono fare riferimento alle carte che già ci sono.
In più, per le notifiche, dopo la prima a domicilio o se la persona non si trova, tutto viene mandato nello studio del legale difensore.
Chi entra in politica non può tornare in magistratura. Le correnti non sono più un punto centrale del CSM. In questo modo, si possono scegliere i giudici per sorteggio. Si scelgono i nomi per merito e si sorteggia tra loro.
Infine, i 5 Stelle hanno messo un tetto di 240mila Euro per anno per lo stipendio dei giudici del CSM, prima superava i 400mila Euro per anno.
Affondo su Berlusconi
Per Bonafede, i vari “No” della Lega dipendono da una vecchia nostalgia di Governo con Berlusconi. Durante il Consiglio dei Ministri, infatti, alcune cose della Lega sono state approvate per il Ministro della Giustizia.
In più, per il Ministro a 5 Stelle mettere il bavaglio di nuovo ai giornali sulle intercettazioni sarebbe tornare ai tempi di Silvio Berlusconi.