Investire oggi se da un lato offre un ventaglio di opportunità sempre più vasto, dall’altro presenta molte più perplessità che in passato. Le domande ricorrenti sono: come investire oggi, dove conviene investire oggi, su cosa investire oggi. Si cercano un po’ ovunque consigli che possano essere affidabili e soprattutto vincenti. Diamo uno sguardo a ciò che sta accadendo nel mondo della finanza
In quali titoli investire oggi? Il green ora rientra nel riarmo
Anche se può sembrare un paradosso, la guerra della Russia in Ucraina, sta inevitabilmente condizionando i mercati finanziari mondiali. Pur essendo la vera protagonista di una nuova linea di pensiero presente anche nell’alta finanza, ora la filosofia green sta per cambiare scenario.
In quale campo investire oggi? A quanto pare la risposta che suggeriscono i nuovi andamenti economici, parrebbe essere il riarmo. È bene tenere presente inoltre che si sta diffondendo a macchia d’olio in maniera molto veloce, l’adozione da parte di molte Aziende di adottare uno statuto ESG termine che definisce una presa di posizione verso “ambientale, sociale e responsabile”.
Dove conviene investire oggi?
Ora che gas naturale e il nucleare sono incluse tra le fonti sostenibili ci si aspetta che i principi come libertà e democrazia vengano supportati dal comparto, militare al fine del loro rispetto. Un paradosso questo che però di fatto farebbe dormire sonni leggeri a coloro che intendano operare finanziari internazionali nel settore delle armi. A tal riguardo nel nostro Paese assistiamo al titolo Leonardo che solo quest’anno guadagna più del 37%, contro il segno negativo del -13% incassato da Piazza Affari. Ecco che di conseguenza verranno riconosciuti dei debiti emessi dalle società internazionali, attive nella difesa. Prevedibile quindi che i bond della difesa sono ESG, a tutti gli effetti.
Se solo qualche tempo fa alcune nazioni in campo finanziario adottavano parametri ESG per escludere alcune strategie di investimento in cui vi era presente anche il comparto armamenti, ora cresce invece il desidero di investire in armi. Adeguarsi ai venti di guerra, ancora una volta pare essere proficuo.
Investire oggi nel traffico aereo potrebbe avere qualche punto interrogativo in più. Il conflitto tra Russia e Ucraina ha portato ad un incredibile aumento dei costi del carburante. La prima conseguenza dei rincari la vedremo sul ritocco al rialzo anche della biglietteria aerea. Ma è solo questo un motivo preoccupante sul giro d’affari ad alta quota, o sta accadendo dell’altro?
Investire oggi nel turismo in volo: ecco i grandi ostacoli
A quanto pare quella che sta per avviarsi non sarà la stagione turistica del riscatto, post Coronavirus. Dopo il biennio caratterizzato dall’allarme pandemico in cui il comparto aereo ha subito pesantissime conseguenze economiche, ecco ancora preoccupanti accadimenti.
L’aumento vertiginoso dei prezzi del carburante e tanti altri derivati dal petrolio stanno mettendo nuovamente alla prova il settore aereo. Questa pare essere una delle conseguenze che stanno agendo negativamente sull’economia dell’alta quota. La definizione della no fly zone di fatto ha costretto diverse compagnie aeree a rivedere le proprie rotte internazionali, incidendo una volta di più suoi costi di gestione.
Turismo russo fermo
La mole di turismo proveniente dalla Russia quest’anno non varcherà di certo i propri confini nazionali. Sarà molto improbabile che vedremo girare nelle grandi città d’arte italiane, sulle spiagge della Sardegna o il Versilia, in Costiera Amalfitana e Romagna, comitive svettanti bandierine russe.
Stiamo parlando di un mercato che vale 1,7 milioni di euro all’anno, potendo contare sulla presenza di almeno 5,8 milioni di presenze. Le ripercussioni quindi non saranno solo per la biglietteria e gli introiti delle compagnie aeree. Stesso stop interesserà anche le nazioni limitrofe alla Russia e all’Ucraina che di certo saranno alle prese con la gestione dei profughi dal conflitto bellico.
Fermo il traffico aereo conseguenze per l’Italia
Il rischio di imminenti rincari nel settore dei viaggi in aereo pare essere ormai una certezza che preannuncia ciò che si verificherà inevitabilmente. Spostarsi con ogni mezzo a disposizione a breve sarà comunque più caro. La prima conseguenza sarà un nuovo rallentamento se non un totale stop, nel comparto turistico italiano. Il costo del volo nei pacchetti turistici incide per una quota pari al 35%. Ecco quindi che entro 2 mesi quando andranno in scadenza i contratti delle compagnie aeree, ci si renderà conto degli effettivi aumenti dei prezzi dei voli.
Il nostro Paese che per antonomasia è la destinazione preferita da milioni di turisti provenienti da tutto il mondo, rischia una nuova battuta d’arresto. A riprova di tale timore basta raffrontare il costo del Jet Fuel arrivato a 1.120 dollari per tonnellata metrica. Stiamo assistendo ad un rincaro pari al 90% in più rispetto, rispetto a 12 mesi fa. Ormai il livello raggiunto del prezzo del carburante areo non si vedeva così alto, dal 2012.
Investire oggi a quanto pare da quello che sta accadendo negli ultimi giorni, pare voglia dire prendere le distanze dalla terra russa. Con la guerra in Ucraina che non accenna a rallentare, sono diversi i colossi dell’economia mondiale, che hanno deciso di lasciare la Russia.
Ikea, Apple e Ferrari, sono solo la punta dell’iceberg che velocemente sta lasciandola Russia. Scopriamo meglio cosa sta accadendo ai grandi marchi internazionali, che movimentano l’economia mondiale.
Investire oggi, non parla più russo
Negli ultimi giorni sono m0oltissime quelle aziende che hanno deciso di rivedere i propri piani aziendali, decidendo di bloccare le produzioni su terra russa, o di fare di corsa i bagagli. Le case automobilistiche hanno serrato i cancelli, fermando la produzione di colpo. Tutto ciò che è produzione industriale ad opera di investitori esteri, sta velocemente facendo ritorno nei rispettivi Paesi d’origine.
I brand più famosi d’America, vanno via
Il colosso del fast food McDonald’s ha chiuso i suoi 850 punti vendita in Russia e gli fa eco Ikea che anche lei chiude tutti i suoi punti vendita. Apple dal canto suo dapprima ha sospeso la vendita di tutti i suoi prodotti sotto l’ombra del Cremlino. Poi ecco arrivare l’aver disabilitato i servizi aggiuntivi di Apple Maps, e Apple Pay. A tale situazione si aggiungono anche Micrososoft che ha fermato le vendite di tutti i suoi prodotti, e dei suoi servizi in terra di Russia. Netflix e Disney non daranno seguito alle acquisizioni e ai progetti in via di definizione, oltre allo stop dei loro servizi. Seguono a ruota anche PayPal che si ferma e Nike che ha chiuso tutti i suoi store. Google ovviamente ha bloccato i canali dei media statali russi, delle piattaforme.
Il comparto auto così reagisce alla crisi Ucraina
Inevitabile il blocco del settore automobilistico che vede il colosso Mercedes Benz sospendere la sua produzione in Russia contestualmente all’importazione dei suoi modelli. Stesso dicasi per i marchi: Renault, Honda, Mazda, Volvo, Ford, e le iconiche Harley Davidson. Toyota a San Pietroburgo nel proprio stabilimento ha cessato la produzione del modello RAV4 e Camry Tutte insieme lasciano il mercato russo contemporaneamente ad avviare una sospensione delle produzioni.
I brand italiani più famosi preferiscono investire oggi fuori dalla Russia
L’emblema del lusso italiano sulle 4 ruote Ferrari ha deciso di bloccare la propria produzione, destinati al mercato russo. A tenergli compagnia ci pensano Generali che il prossimo 3 marzo cesserà ogni sua attività finanziaria in Russia. Anche il colosso Eni, ha deciso di fermarsi. La produzione industriale italiana non potrà per ora contare sul supporto logistico russo.
Anche la tecnologia e il luxury non investono più alcuna risorsa
Chanel, e Hermes sono tra le prime firme del lusso a dire addio a Mosca. Samsung, TikTok e Lego non sono da meno. Zara abbassa le serrande su i suoi 502 negozi di abbigliamento, seguita anche da H&M.
Investire oggi costringe a dover guardare inevitabilmente agli accadimenti che si succedono di ora in ora sul fronte russo. La Borsa di Mosca prosegue nella sua chiusura, mentre la nazione di Putin si sta lentamente avviando da oggi verso un alto rischio default tecnico. La situazione sui mercati finanziari si è andata delineando a seguito del divieto imposto dalla Banca Centrale di provvedere al pagamento delle cedole, che fanno capo agli investitori stranieri.
Russia risponde alle sanzioni da parte dell’Occidente che condiziona l’investire oggi
A partire dalla data di oggi 2 marzo 2022 ecco che arriva il divieto di provvedere alla ripartizione delle cedole a favore degli investitori stranieri. Si parla di una cifra pari a 25 miliardi di euro (circa 3 mila miliardi di rubli russi), che sono nelle mani degli investitori oltre confine. Il blocco andrà ad interessare i titoli di stato federali, ed è stata messa sul tavolo per andare a cercare di tutelare la stabilità finanziaria di Mosca.
Nella giornata odierna era programmata la ripartizione delle cedole relative ai bond sovrani, aventi scadenza 2024. Di fatto nelle prossime ore si prospetta il default tecnico, nei riguardi della Russia.
Non si ferma l’isolamento finanziario che sta colpendo la Russia
Al momento non è dato sapere per quanto ancora resteranno congelate le cedole russe, anche se l’ipotesi più azzardata si orienta verso un tempo massimo di 6 mesi. A questo punto pare evidente che investire oggi vuol dire seguire con estrema attenzione i nuovi risvolti che potranno definirsi a causa delle sanzioni internazionali, e alla loro durata.
Ora più che mai la Russia prosegue ad essere sempre più isolata sul piano finanziario e economico. Un’arma a doppio taglio che comunque blocca di fatto i capitali stranieri. Infatti ora che è stato imposto il divieto di acquistare asset russi per gli investitori oltre confine, ecco che una gran quantità di denaro circolerà solo all’interno della federazione. Con tale azione di fatto si cercherà di andare a limitare il deflusso di capitale.
Cosa potrebbe accadere a breve termine
Se da un lato la Russia per cercare limitare i danni dell’impatto di tale situazione sulle proprie riserve valutarie ha definito le soglie nei pagamenti verso gli investitori esteri, la stessa sorte potrebbe verificarsi a breve in merito agli Eurobond. Le conseguenze purtroppo saranno inevitabili anche sulla Borsa italiana.
A tal riguardo l’agenzia S&P aveva operato un declassamento del rating sovrano russo da BBB- a BB. Un preciso segnale che suggerisce ulteriori allarmanti ritocchi necessari nelle prossime settimane. Insomma investire oggi si sta rivelando essere quasi una partita a scacchi, in cui ogni singola mossa potrebbe definire l’incontro della storia.
Investire oggi potrebbe rivelarsi alquanto complicato, ne non si hanno le competenze specifiche per poterlo fare. Inutile sottolineare che la recente crisi Russia Ucraina, sta creando enorme scompiglio nei mercati finanziari internazionali. Investire oggi in immobili, sta riprendo vigore, specie nelle grandi città. Oro e argento stanno acquisendo nuovo vigore nelle borse internazionali. Volendo però azzardare delle nuove operazioni da portare a termine, ecco che si potrebbe volgere lo sguardo a qualche nuova iniziativa, che sta suscitando un certo tipo di interesse.
Investire oggi: andiamo oltre oceano a caccia di Bitcoin
Le monete digitali non cessano di destare interesse per chi vuole mettere in campo nuove forme di investimento finanziario. Anche se al momento si stima che le cryptovalute siano utilizzate più per scambi economici che come fonte di massiccio investimento, le proposte di trading a tal riguardo sono sempre in crescendo. In rete è possibile trovare delle piattaforme specializzate solamente nella loro contrattazione.
Dopo il boom iniziale del bitcoin e delle sue consorelle, i mercati si sono assestati. Ora con la complicità degli ultimi accadimenti sociali che interessano l’Est Europa, in rete si stanno rincorrendo notizie che riguardano i tanto chiacchierati Bitcoin Bond. Sarebbero stati concepiti dallo stato di El Salvador, che avrebbe messo a segno 500 milioni di dollari di investimento, con promesse verbali del lancio della criptovaluta.
Ormai si è giunti ad un passo dal collocamento ufficiale della valuta digitale nazionale, che sta suscitando grande curiosità tanto da andare a definire un asset di 1 milione di dollari. A quanto pare si è quindi giunti al raggiungimento del doppio degli impegni verbali fino ad oggi portati a compimento.
Durata dei bond di El Salvador
In merito alla durata del Bitcoin di El Salvador ecco le prime notizie. In queste ultime settimane le voci che si susseguono indicano la sua durata attestarsi a 10 anni. Sarà offerta una cedola pari al 6,5% fisso. Un’altra particolarità di tale investimento, è che una parte dei fondi che saranno raccolti con tale operazione finanziaria, vedrà il suo impiego in un’impresa davvero innovativa.
A quanto pare la metà del capitale che verrà racimolato dai fondi messi in gioco dagli investitori Bitcoin di El Salvador, sarà impiegata nella realizzazione di un complesso edilizio, denominato Bitcoin City. La costruzione sarà locata precisamente alle pendici del vulcano più famoso dello Stato. Ciò non è determinato dall’attrazione turistica che si potrebbe determinare a tal riguardo. Infatti così facendo si potrà andare a sfruttare l’enorme potenziale dell’energia geotermica, per la produzione della valuta digitale. Il cosiddetto minig non avrà quindi alcun problema energetico che possa andare ad intaccare il fabbisogno nazionale. insomma una sorta di Silicon Valley, dedicata alla produzione del Bitcoin, ovviamente tutto esentasse.
Il restante 50% di quanto acquisito dal fondo, sarà impiegato per l’acquisto della moneta digitale. Il portafoglio dello stato del El Salvador manterrà per 5 anni i Bitcoin. Altermine di tale periodo alcune criptovalute saranno rivendute per dare il via al finanziamento dell’erogazione di una seconda cedola, che sarà distribuita agli obbligazionisti.
Quanto è affidabile l’investimento
Investire oggi consigli sono sempre più complicati da formulare. Di certo il clam di un interesse lordo annuo pari al 6,5% risulta essere molto appetibile, soprattutto in questi ultimi tempi. Ma vi è l’ombra dell’inflazione che si sta espandendo ovunque dopo l’allarme pandemico. Inoltre è da ricordare che attualmente è facile reperire dei bond a 10 anni che sono in grado di offrire un rendimento molto vicino al 21%. Quindi ci sia aspetta che per essere competitivo, il Bond del vulcano, come è anche chiamato, debba offrire le stesse potenzialità d’investimento.
Le previsioni stanno mettendo a dura prova l’investimento sul Bond di El Salvador, visto che all’orizzonte non vi sono garanzie che il suo prezzo subirà delle grandi impennate, a breve termine.
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