Affittacamere: le regole e quanto si guadagna

Affittacamere quale opportunità di avvio di una micro impresa, alla ripartenza del settore turistico. Evidenziamo oneri, responsabilità, e guadagni.
affittacamere
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Affittacamere intesa come struttura ricettiva, extralberghiera. In vista di un imminente riavvio del comparto turistico nel nostro Paese, potrebbe rivelarsi essere anche questa una buona opportunità di lavoro. Cerchiamo di andare a conoscere nei dettagli, quali sono gli oneri, le responsabilità e quegli adempimenti che sono necessari per poter operare. Di contro faremo anche un bilancio degli effettivi guadagni, al fine di poter valutare la reale possibilità d’investimento.

Affittacamere per mettere a reddito un immobile

Le imposte e le spese di gestione che gravano su un immobile di proprietà, con la messa in affitto di una parte di esso, possono risultare più leggere. Se si acquista un immobile per operare un investimento, allora le possibilità di metterlo a reddito sono davvero molte: locazione, locazione turistica, casa vacanze, Bed and Breakfast, e affittacamere.

Di certo bisognerà valutare molte variabili che concorrono al successo della messa a reddito della casa. Ma quanto si guadagna? Alcune formule possono rivelarsi vincenti in una regione, o durante una particolare stagione, piuttosto che in altre.

Sarebbe in questo caso meglio accettare i consigli di qualche esperto del settore, che  saprà consigliare in merito. Anche in rete spesso le ricerche si concentrano sulle voci affittacamere Roma o affittacamere Milano, piuttosto che affittacamere Bologna e affittacamere Firenze. Ciò a dimostrazione che nelle città d’arte o comunque quelle di grande interesse turistico, la richiesta di tale tipologia di alloggi, è davvero molto alta. Conseguentemente sono sempre più appetibili gli immobili nelle grandi città.

Cosa dice la legge italiana in merito

Affittacamere come diventarlo? Prima di avviare qualsiasi attività, è bene informarsi, anche in merito alle disposizioni di legge. In questo caso troviamo la Legge n. 217/83 che così definisce l’attività di affittacamere: “Struttura composta da non più di 6 camere ubicate in non più di 2 appartamenti ammobiliati in uno stesso stabile, nei quali sono forniti alloggio ed eventualmente servizi complementari”.

Di quante camere si compone un affittacamere

Tra le caratteristiche occorrenti per esercitare come affittacamere, troviamo quella che vede la struttura ricettiva essere composta di non oltre 6 camere, destinate agli ospiti. La capienza massima della struttura non dovrà superare i 12 posti letto, presenti nel medesimo appartamento. A differenza del B&B, con l’affittacamere non c’è la necessità di fornire alcun tipo di somministrazione, e l’unità immobiliare può essere locata per brevi periodi, più volte nel corso dell’anno.

Attività non professionale: regole e adempimenti

Nel caso si voglia avviare un’attività non professionale, non vi sarà alcun obbligo di dover aprire la partita iva. In questo caso colui che avvia l’attività di affittacamere, è anche dall’iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio di competenza territoriale.

Contestualmente si dovrà provvedere alla presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività, comunemente denominata SCIA.  In questo caso si dovrà presentare al comune una comunicazione in cui viene indicata l’ubicazione immobiliare, in cui si intende avviare l’attività di affittacamere.

Affittacamere professionale

Nel caso in cui si opti per un’attività professionale come affittacamere, si potrebbero profilare buone prospettive. L’attività non sarà soggetta a chiusure ma verrà regolata secondo le personali disposizioni. Inoltre si potrà vagliare il regime fiscale più consono, andando a risparmiare nei confronti del Fisco, ove possibile. Sarà da definirsi attività professionale nel momento in cui si superano le 6 camere a disposizione, e non si ha la residenza nell’abitazione che si intende utilizzare.

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