Bond argentini nelle ultime settimane hanno trasmesso buone notizie. Un grande balzo li ha veduti andare in salita del +26%. Cerchiamo quindi di individuarne i motivi che permettono l’Argentina di poter sperare di rientrare a breve, nei internazionali.
Un importante accordo spinge al rialzo i bond argentini
L’Argentina a messo a segno un importante accordo con il Fondo Monetario Internazionale, in merito al prestito di 41 miliardi di dollari. La cifra va a comprendere quanto è stato erogato tra il 2018 e il 2019, nel momento in cui la Nazione venne stravolta da una delle più dure crisi finanziarie.
Il primo segnale positivo non si è fatto attendere tanto che i bond argentino hanno registrato rialzi in maniera decisa, anche se sono collocati con quotazioni molto basse. Nel dettaglio l’accodo che è stato raggiunto vede una riduzione del deficit argentino dal 2,5% allo 0,9% del PIL nel 2024. Inoltre verranno attuati dei tagli graduali per quanto concerne le misure a sostegno delle famiglie, in merito ai costi legati all’energia. Si assisterà a tassi d’interesse positivi e al termine del sostegno da parte della Banca Centrale del Tesoro, entro il prossimo 2024.
A fronte di tutto ciò l’Argentina ha spuntato la sospensione dei pagamenti per i prossimi 4 anni e mezzo, inoltre è stato messo a punto un programma nel lasso di tempo di 30 mesi, in cui l’FMI andrà a erogare nuovi prestiti atti a sostenere la scadenza di quelli in essere. È stato anche preso in considerazione un rafforzamento delle riserve della valuta argentina.
Bond argentini reagiscono: arriva l’impennata post-con la sigla dell’accordo
Il Paese cerca ora di attirare più possibile la fiducia di possibili investitori internazionali. L’accordo raggiunto di fatto archivia l’ennesimo default che sembrava ormai essere alle porte. Si teme però che l’impennata dei bond argentini, possa essere solo un fenomeno legato al momento.
I bond argentini in dollari Call Sink che vedono la loro scadenza fissata al 9 luglio 2046 e cedola step up (ISIN: US040114HW38) hanno registrato un balzo dai 27 centesimi di partenza fino a quota 31 centesimi. Quindi ecco delineare un balzo pari al 26% che ha messo di buon umore un po’ tutti.
Nell’arco di 7 giorni anche bond in dollari aventi scadenza 9 luglio 2035 e cedola 0,125% (ISIN: US040114HT09), sono riusciti a guadagnare il 7,7%, attestando il loro valore di mercato oltre i 28 centesimi.
Si teme un fuoco di paglia dei bond argentini
Vi sono troppe concause che concorrono a non offrire l’affidabilità sul piano economico e finanziario dell’Argentina, per i prossimi anni. La scarsità delle riserve di valuta nazionale, l’inflazione che ormai viaggia a livelli che superano il 50% e i tassi d’interesse reali negativi, che si attestano oltre il 10%. Non da meno il preoccupante dato della monetizzazione costante del debito sovrano, e la totale assenza di una ripresa economica. E’ quindi prematuro poter pensare in una ripartenza nel comparto degli investimenti, e nelle azioni, in ambito internazionale
Cosa dicono i rating internazionali
Le agenzie di rating internazionali non vedono alcun segno di affidabilità da tale situazione. Sembra che il dover guardare al futuro, al momento per l’Argentina non possa che rivelarsi una pessima idea. Il default non pare affatto scongiurato, anche se attualmente i livelli raggiunti dai bond argentini si sono stabilizzati appena qualche gradino sopra. L’opinione degli esperti del rating quindi pare essere davvero pessimo. Le valutazioni non vanno oltre Ca per Moody’s CCC+ per S&P, CCC per Fitch.