Vino italiano quale eccellenza ormai ampiamente riconosciuta, ovunque. Malgrado il devastante impatto che ha sortito l’avvento della pandemia da Covid-19 sull’economia mondiale, il comparto del vino italiano ha retto molto bene. Andiamo quindi a conoscere il volume d’affari generato dal bere italiano, sia all’estero che all’interno del nostro territorio.
Vino italiano quale eccellenza nel mondo
Il settore vinicolo italiano è riconosciuto in tutto il mondo quale eccellenza, indiscutibile. I metodi di lavorazione delle uve che sono adottati, da sempre ne fanno la nostra differenza con gli altri Paesi. Il clima presente in Italia e il pregio dei vitigni autoctoni, rendono il vino italiano, unico e inimitabile.
Di recente sono state sollevate diverse polemiche in merito alla correlazione tra vino e incidenza del cancro. Tali dibattimenti sono ancora in corso in merito all’applicazione di un bollino nero sul vino, al momento scongiurata. A tal riguardo è bene però ricordare che i flavonoidi presenti nel vino, da sempre vengono indicati come amici della circolazione sanguigna e del benessere fisico. Resta inteso che non è bene esagerare, ma anche la saggezza contadina ha sempre indicato un buon bicchiere di vino rosso a tavola, come essere indispensabile.
Giro d’affari in salita, che sfida la pandemia
Il comparto vinicolo è tra i maggiori traini dell’export del nostro Paese. Basti pensare che il suo fatturato a molti zeri, è riuscito a tenere testa anche all’allarme mondiale, generato a causa dalla pandemia. Anche sul fronte occupazionale il vino italiano produce un indotto che vede il coinvolgimento di circa 1.3 milioni di lavoratori. Le fasi della raccolta dell’uva, la lavorazione, l’imbottigliamento, la conservazione fino alla sua commercializzazione, ai trasporti e alla vendita diretta, offrono innumerevoli occasioni d’impiego.
Settore vinicolo da sempre mette a segno record
Anche se i guadagni del vino italiano sono scanditi ovviamente dalla produzione annuale, spesso a segnare la differenza tra un anno e l’altro sono i numeri legati all’export. Il 2017 ha fatto registrate il massimo storico con 13 miliardi di fatturato del comparto vinicolo. Numeri che sono stati intaccati solo marginalmente dalla pandemia, registrando tutto sommato solo una flessione contenuta negli anni seguenti. Numeri che fanno ben sperare, dopo quanto emerso in merito ai recenti dati sulla produzione industriale italiana.
Vi è un ‘innegabile continuo raffronto con la Francia in merito alla produzione e commercializzazione del vino. Inoltre entra in gioco il prestigio vinicolo che con il tempo ha decretato il nostro Paese al primo posto come produttore ed esportatore al mondo, di bollicine. Si scende di un gradino se prendiamo in esame i vini frizzanti, categoria in cui primeggia invece la Francia.
Cos’è il bollino nero tiene con il fiato sospeso il comparto
In merito alla tanto discussa questione del recente bollino nero, anche il vino italiano ha temuto una battuta d’arresto dei suoi guadagni. A quanto pare il vino è incluso nella lista nera degli alcolici che potessero spianare la strada al cancro. Pertanto l’UE aveva espresso l’intento di apporre un bollino nero, sui quei prodotti alcolici ritenuti attivatori tumorali.
Dopo vari dibattimenti l’assemblea plenaria del Parlamento europeo, sotto la sollecitazione italiana, ha eliminato dal Cancer plan le indicazioni relative al consumo del vino. Ecco quindi che il fatturato annuale del comparto, è così blindato. Lo scorso anno bere vino italiano ha prodotto 12 miliardi di euro per il nostro Paese.
Sarebbe quindi opportuno suggerire un consumo sempre moderato del vino come per le altre bevande alcoliche, invitando il consumatore ad acquistarne sempre in maniera consapevole.