Conti correnti oggetto di controlli e verifiche da parte del Fisco italiano, a contrasto dell’evasione fiscale. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza in merito alle modalità con cui vengono messi in atto i dovuti controlli bancari, anno dopo anno.
Conti correnti da controllare, per dichiarare guerra all’evasione fiscale
Le entrate e le uscite sul proprio conto corrente, di certo non passano inosservate, ai controlli Fisco. La lotta all’evasione fiscale è una delle più fervide attività in cui si tiene costantemente impegnato l’Erario. Sotto la sua lente passano così i movimenti bancari, la giacenza media dei fondi, e i dati richiesti ai fini dell’ottenimento dell’ISEE.
La tecnologia in questo facilita i controlli da mettere in atto, con l’ausilio di algoritmi sempre più affinati. Ora più che mai ecco che vengono presi di mira i conti correnti bancari e postali, al fine di andare ad individuare coloro che indebitamente hanno percepito i sostegni istituzionali, a seguito della pandemia. Ecco quindi che l’azione da parte dell’Agenzia delle Entrate messa in atto a contrasto delle frodi, vede il coinvolgimento anche della Guardia di Finanza.
L’Agenzia delle Entrate quando controlla i conti correnti
L’agenzia delle Entrate ha la piena facoltà di andare a verificare ogni conto corrente postale o bancario, se lo ritenga opportuno. A finire principalmente sotto la lente del Fisco, saranno coloro che sono ritenuti essere quei profili maggiormente esposti. Certamente poi un accredito con cifre importanti che non risulti presente nella dichiarazione dei redditi, ecco che farebbe comunque scattare le verifiche del caso. Liberi professionisti e i titolari di partita Iva, da sempre sono le figure ad essere maggiormente oggetto di verifiche fiscali. Una volta avviata la macchina dei controlli, il Fisco provvederà a passare al vaglio non solo il conto corrente, ma anche: conti deposito, deposito titoli, conto terzi, buoni fruttiferi postali, gli investimenti operati in società di gestione collettiva del risparmio, le carte di credito, e i prodotti assicurativi sottoscritti.
Arriva il risparmiometro
Ma gli strumenti a disposizione per monitorare e passare al setaccio i conti correnti degli italiani, attualmente sono diversi. Con tali mezzi è così possibile effettuare con rapidità controlli sia sulle persone fisiche, che su società, e Aziende. Lo strumento chiamato risparmiometro o evasometro, è in realtà un preciso algoritmo che passa al vaglio la correlazione tra quanto presente nel conto corrente, e i redditi dichiarati allo Stato italiano.
I controlli scattano nel momento in cui viene evidenziata una discrepanza dei dati, pari al 20%, tra entrate e uscite o nella giacenza media e saldo. Anno dopo anno il Fisco sta conducendo una vera e propria battaglia contro l’uso del denaro contante. Le verifiche scattano nel momento in cui il contribuente dichiara un certo reddito, ma poi in banca ecco emergere risparmi superiori a quanto dichiarato. Stesso campanello di allarme nel caso in cui vengano effettuate spese, superiori alle proprie possibilità.
Anche non prelevare nulla dal proprio conto corrente postale o bancario, mette in allarme in Fisco. Sale situazione si potrebbe verificare nel momento in cui i proventi di un’attività non dichiarata, possano andare a provvedere al sostentamento giornaliero. Anche l’effettuare bonifici di importo pari o superiore a € 5.000 per acquisto di auto e immobili, farebbe immediatamente insospettire il Fisco. Stesso dicasi per il trasferimento di somme di denaro, all’estero.