Videosorveglianza e privacy: quali le regole da seguire

Videosorveglianza sempre più in uso, anche con App su smartphone. Vediamo cosa c’è da sapere in merito alla tutela della privacy.
videosorveglianza
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Videosorveglianza domestica con l’uso in netto incremento negli ultimi anni. Con l’avvento della tecnologia in 5G le connessioni telefoniche si sono fatte molto più veloci, andando a facilitare anche l’uso della videosorveglianza domestica.  Un sistemo questo che consente all’utente di vedere cosa succede nelle proprie mura domestiche in qualsiasi momento, e da qualsiasi distanza. Ciò è palesemente a vantaggio di una nuova tranquillità psicologica che permette di avere sotto controllo l’ambiente che ci circonda, o le persone a noi care.

La videosorveglianza e le regole per l’uso domestico

Anche in questo caso il Garante per la privacy ha dettato le sue regole. Gli impianti ad uso privato spesso vengono collocati all’ingresso della propria abitazione, oltre che nelle aree private della casa. Il discorso invece cambia radicalmente quando le videocamere vanno a riprendere luoghi di lavoro, e luoghi pubblici. In questo caso sarà bene evitare di riprendere in volto i passanti o coloro che transitano nel cortile condominiale. Lo stesso tipo di accorgimento dovrà essere messo in pratica anche per le targhe dei veicoli dei condomini, o per quelli in transito nell’area comune dedicata ai parcheggi.

Scheda informativa sulla videosorveglianza

Proprio per offrire delle linee guida sul comportamento da assumere quando entra in gioco la videosorveglianza privata, ecco un promemoria. A tal riguardo la piattaforma del Garante della privacy ha messo a disposizione una scheda informativa da scaricare, e da  tenere a mente anche per la gestione delle riprese in ambito domestico.

Limitazioni del materiale video

Chi decide di servirsi dell’ausilio di una videocamera per uso domestico, dovrà considerare vari aspetti. Ad esempio che le immagini riprese e registrate sui supporti dell’impianto di videosorveglianza, a detta del Garante non potranno essere “oggetto di comunicazione a terzi o di diffusione”. Pertanto si andrebbe a commettere un illecito nel caso in cui si andrebbero a immettere sul web. Non è consentito andare ad utilizzare una piattaforma streaming, o un preciso sito Internet.

Non sarà possibile effettuare delle dirette sui maggiori social, o trasmettere i filmati derivati dalle riprese delle telecamere. Fotogrammi e filmati non potranno inoltre essere trasmessi ad estranei, attraverso le App di messaggistica come ad esempio WhatsApp.

Un comportamento del genere andrebbe a definire una diffusione con modalità illecite dei dati personali, costituiti da immagini di individui facilmente riconoscibili. Tale comportamento spianerebbe la strada ad una lecita richiesta di risarcimento danno, da parte delle persone coinvolte a loro insaputa dai video.

Il fine della videosorveglianza

Quando si decide si servirsi del servizio di videosorveglianza in ambito domestico, la finalità è quella di andare a monitorare con i device installati in casa, gli spazi privati, ele persone che vi abitano ( bambini, anziani).

Quindi se ne deduce che l’area interessata dalle riprese video e audio non potrà andare a comprendere le zone condominiali, e pubbliche. A tal riguardo ad essere autorizzate a tale procedimento, sono solamente gli Enti pubblici, la Polizia di stato, gli Enti locali e tutti quegli organismi che per ragioni di sicurezza pubblica possono servirsi dell’ausilio di riprese video. Le registrazioni in questo frangente sono considerate come deterrente al manifestarsi di reati, andando a controllare il territorio costantemente.

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Serena
Laureata in Economia Aziendale e Management, appassionata di economia e finanza e amante della lettura.